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Cybersecurity: 5 consigli per proteggerti da Ransomware

La cybersecurity è fondamentale per garantire alle aziende e ai singoli utenti un utilizzo della rete sicura, grazie all’attuazione di una serie di misure che proteggono dagli attacchi online, rischio da non sottovalutare.

Digitalizzazione e contagio online

Il 2022 è un anno ideale per investire nel digitale: la transizione all’industria 4.0, la cosiddetta Smart Factory, ha posto l’attenzione sui processi di digitalizzazione, incentivati dal PNRR. Quest’ultimo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, indica la strategia governativa italiana di adesione al programma Next Generation EU: ovvero la creazione di fondi per affrontare i problemi indotti dall’emergenza sanitaria da coronavirus.
 
Tuttavia, una maggiore digitalizzazione implica inevitabilmente un aumento dei rischi, soprattutto in relazione ai dati sensibili, sia delle aziende, sia personali. Si è quindi creato un “contagio online”: negli ultimi due anni si sono difatti diffusi sempre più i virus, in particolare vi è stata una crescita di casi di Ransomware.

Cosa sono i Ransomware e perché sono diffusi

Il Ransomware è una tipologia di Malware basato sul riscatto (in inglese ransom): i dati di un utente-vittima vengono crittografati e resi inaccessibili per l’utente stesso, che potrà accedervi solo se ottiene la password segreta pagando le ingenti somme di denaro richieste dall’hacker.

A livello tecnico, i Ransomware sono definiti Trojan Horse crittografati, termine di citazione omerica che evidenzia la loro natura mascherata: si tratta infatti di virus apparentemente innocui.

Questa classe di virus è ormai sempre più diffusa, tantoché il Rapport Clusit 2021 stima che il 67% di cyber attacchi sia dovuto a Ransomware. Queste percentuali destano particolare timore in Italia, quarto paese più attaccato in Europa secondo l’Unit 42 Ransomware Threat Report 2021.

Ma perché questa forma di attacco è così privilegiata? I cybercriminali la preferiscono per la sua redditività. Frequentemente, infatti, le vittime cedono alle minacce dei criminali in rete e trasferiscono denaro sui loro conti, con la speranza di evitare ripercussioni; ma, così facendo si crea un ciclo interminabile di attacchi.

Cosa bisogna fare per evitare questo flusso continuo di ricatto e non essere più colpiti? Prima di poter attuare una prevenzione occorre sapere da cosa bisogna proteggersi.

Le tipologie di Ransomware

Ecco, quindi, alcune cause principali di infiltrazioni Ransomware:
 

  • Phishing: e-mail o messaggi che inducono l’utente alla visualizzazione del contenuto data la loro apparenza attendibile, quando in realtà non presentano fonti accertate. Sfruttano la loro credibilità per introdurre nel device dell’utente un Ransomware.
  • Malvertising: il cosiddetto Malware Advertising sfrutta i clic degli utenti sulle pubblicità per rilasciare virus.
  • Social Engineering: implica un rapporto di fiducia con l’hacker, il quale spinge l’utente a umiliarsi e compromettersi.
  • Baiting: viene lasciata incustodita una chiavetta USB contenente Ransomware, puntando sulla curiosità dell’utente che desidera visualizzarne il contenuto.
  • Exploit kit: sfruttano le vulnerabilità informatiche per inserire Ransomware.

“Il Ransomware è una tipologia di Malware basato sul riscatto (in inglese ransom): i dati di un utente-vittima vengono crittografati e resi inaccessibili per l’utente stesso.”

5 consigli per proteggerti

Per evitare queste trappole digitali è necessario svolgere una serie di azioni preventive così da allontanare definitivamente il rischio di essere attaccati:
 

  • Prevenzione dell’infiltrazione: blocco di siti web, e-mail e allegati sospetti mediante antivirus
  • Controllo delle attività aziendali: visionare cosa accade nella rete dell’azienda e aggiornare in modo costante l’inventario informatico.
  • Cyber Threat Intelligence: formazione professionale sui possibili attacchi e le loro relative risposte difensive, così da evitare comportamenti pericolosi per i propri dati.
  • Costante aggiornamento dei software di monitoraggio.
  • Backup in cloud dei dati: garantisce un recupero dei dati non accessibile all’hacker.

 
In caso la prevenzione non fosse sufficiente, bisogna comunque evitare di pagare il riscatto. Questa “soluzione”, che potrebbe sembrare tra le uniche disponibili per recuperare i propri dati, non dà alcuna garanzia: in primis, non si ha la certezza che l’hacker consegni la password segreta e restituisca i dati; in secondo luogo, si è a rischio di un secondo attacco.
 
La vera soluzione risiede nelle mani di un’azienda informatica che può seguire due opzioni:
 

  • Ripristino di file da un backup: è l’opzione più efficace, ma è necessario che sia presente una copia di backup per il recupero totale. Qualora questa non fosse presente, si può comunque tentare il recupero di alcuni file più importanti.
  • Creazione di un “decryptor” in rete: procedura più complessa e poco efficace che si basa sulla realizzazione di programmi e tool online che recuperano i file crittografati.

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